Savarin di riso
Pur essendo il piatto d'origine francese, uscito dalla cultura gastronomica
di Brillat-Savarin (1751-1826) il più grande gastronomo del tempo,
che ce lo descrive nel suo trattato: "Fisiologia del gusto"
(1825), tuttavia esso oggi è rimasto da noi piatto esclusivo parmigiano,
nato e realizzato dall'estro di questa bravissima indimenticabile cuoca
(e non per nulla la "Trattoria Cantarelli" è divenuta
famosa in tutto il mondo e la sua chiusura ha lasciato un largo vuoto:
però ha fatto scuola e in zona vi sono bravi discepoli): per questo
piatto Mirella si ispirò oltre alla ricetta del gastronomo francese,
che però modificò, personalizzandolo, anche ad un celebre
quadro del famoso pittore naif "Rabusin" e nella polieromia
dei fantastici colori riuscì a riflettere i vari ingredienti della
specialità: un piccolo (porzione individuale) sformato di riso
farcito con polpettine di filetto di manzo, di cui il marito Peppino curava
la ricerca, e ricoperto all'esterno (a mo' di rose rosse come nel quadro)
di fette di rossa lingua samistrata. (Brillat-Savarin vi metteva fette
di prosciutto).
Oggi, purtroppo, non è facile trovare questo piatto, ma se vi capita
di assaggiarlo da qualche parte allora ricordate queste righe e mangiando
le "deliziose polpettine" (se ancora esisterà carne di
quella qualità!) trattenetele qualche istante nel palato prolungando
così il piacere del loro sapore.