La biblioteca della fondazione Cassa di risparmio 
      Parma e  Piacenza a Busseto 
Apertura al pubblico: Martedi e Giovedi 14.30 -17.30 /  Domenica 10 -12.30
        tel. 052492224
        Posta in una dipendenza contigua al Palazzo del Monte di  Pie tà, la Biblioteca occupa su due piani un'arca tra le vie Biblioteca e  Seletti, laterali della strada principale, conservando da oltre due secoli le  sue eleganti strutture originarie. Generazioni e generazioni di studenti e di  studiosi se ne sono serviti, e tra essi il giovane Verdi che la frequentò al  tempo in cui ne era bibliotecario il canonico don Pietro Seletti, suo  insegnante di umanità e retorica. La centenaria apertura nella mattinata domenicale  trasforma spesso la biblioteca nel salotto, per così dire, erudito di Busseto.
tà, la Biblioteca occupa su due piani un'arca tra le vie Biblioteca e  Seletti, laterali della strada principale, conservando da oltre due secoli le  sue eleganti strutture originarie. Generazioni e generazioni di studenti e di  studiosi se ne sono serviti, e tra essi il giovane Verdi che la frequentò al  tempo in cui ne era bibliotecario il canonico don Pietro Seletti, suo  insegnante di umanità e retorica. La centenaria apertura nella mattinata domenicale  trasforma spesso la biblioteca nel salotto, per così dire, erudito di Busseto. 
        Un poco di storia per spiegare origini e vicende. 
        Nel 1768 il duca don Ferdinando di Borbone espelle i Gesuiti  dal suo stato e ne confisca tutti i beni. La Compagnia di Gesù, che aveva,il  monopolio dell'istruzione superiore nel ducato, possedeva in ogni suo collegio  una fornita biblioteca. Così era nei collegi dì Busseto e Borgo San Donnino,  che videro allora requisiti i loro libri per essere concentrati presso il  bussetano Monte di Pietà. Da quell'anno il Monte si fece carico della gestione  della Biblioteca, facendo costruire all'uopo eleganti e spaziosi nuovi  ambienti. 
        Nel 1960 il Monte di Pietà si fuse con la Cassa di Risparmio  diParma e il nuovo riservò alla gestione della Biblioteca le cure più attente e  generose, continuate anche dopo la fusione con la Cassa di Risparmio di  Piacenza. 
        Se dall'origine la Biblioteca aveva una dotazione di 5000  volumi, ora questi sono oltre 35.000 e l'integrazione e l'aggiornamento sono costanti,  così che il servizio reso alla popolazione della Bassa parmense e dei vicini  comuni piacentini può considerarsi rilevante  per efficienza e per completezza,  nei limiti almeno della struttura.
per efficienza e per completezza,  nei limiti almeno della struttura.
        Gli iscritti alla Biblioteca, e quindi al prestito dei libri,  sono in media 800 all'anno, ma gli utenti sono molto più numerosi. Vengono  concessi in prestito circa 9000 volumi ogni anno e tale numero è stabile da un  decennio. I libri consultati in sede sono più numerosi, con la possibilità di  usare sul luogo la fotocopiatrice. I cataloghi a schede permettono la ricerca  per autori e per argomenti, compresi quelli dei 40 periodici al quali la  Biblioteca è abbonata. 
        Otto sale e tre magazzini, allestiti via via negli anni ,  sono ormai al limite della capienza. Si accede per la graziosa scala  settecentesca alla prima sala, che contiene nei severi scaffali gesuitici,  dipinti a finto intarsio, la maggior parte del fondo librario antico,  costituito fra l'altro da 20 incunaboli, cioè opere a stampa del XV secolo, e  da 480 cinquecentine, un tesoro non indifferente per numero e rarità, cui si  aggiungono diverse edizioni bodoniane, una nutrita sezione di opere di medicina  e scienze naturali per lo più del Sei e Settecento e l'Encyclopedie di Diderot  e d'Alembert.
        L'aggiornamento si serve per gli ultimi tempi di un budget  annuale di circa 30.000.000 di lire per soli acquisti. 
        Gli scaffali in noce intagliato della terza sala sono i più  eleganti : risalgono agli anni Settanta del secolo scorso e per il loro disegno  ci si avvalse degli stessi decoratori del teatro bussetano. 
        La quarta sala custodisce il fondo musicale manoscritto  della Filarmonica Bussetana, la società di dilettanti cui Verdi prese parte da  ragazzo e che diresse poi da maestro al suo ritorno da Milano: sono 702 brani  inediti, la metà circa di Ferdinando Provesi, il primo insegnante di Verdi. Di  recente lo studioso Dino Rizzo, vincitore del Premio Internazionale Rotary Club  dell'Istituto di Studi Verdiani, vi ha individuato una ottantina di parti  trascritte dalla mano di Verdi studente e, scoperta eccezionale, una Messa di  Gloria composta da Verdi stesso tra il 1833 e il 1835, di cui si avevano solo  confuse notizie in alcune biografie verdiane. Ma gli autografi di attinenza  verdiana posseduti dalla Biblioteca sono anche altri: alcune sue lettere, i  documenti relativi alla borsa di studio concessagli dal Monte, 101 lettere  della consorte Giuseppina Strepponi al canonico don Giovanni Avanzi e 330 di  Emanuele Muzio , l'unico allievo del Maestro. 
      Negli anni Settanta alla Biblioteca è pervenuto l'archivio  della nobile famiglia Pallavicino, che tenne la signoria bussetana per tanti  secoli, dono dei marchesi Pier Luigi e Gabriella. La consistenza e l'importanza  del fondo documentarlo hanno permesso la pubblicazione , a cura della  Biblioteca stessa, di numerosi volumi dedicati alla storia della famiglia e del  territorio, divenuti riferimento insostituibile nella bibliografia non solo  locale. Ma le pubblicazioni della Biblioteca sono state altre negli ultimi  decenni, soprattutto di argomento verdiano: ricordiamo fra le più recenti la  biografia di Emanuele Muzio, di Gaspare Nello Vetro, e la monografia  sull'attività a cola di Verdi, di Francesco Cafasi.